lunedì 7 settembre 2009

Disagio giovanile: sempre più numerosi i giovani alcolisti.

LA PIAGA SOCIALE DELL'ALCOLISMO

L'Alcolismo o Etilismo è una condizione in cui un individuo ingerisce volontariamente una quantità eccessiva di alcool etilico, per alterare volontariamente la propria coscienza. L'Alcool, produce uno stato tossico generale dell'organismo (provoca inappetenza con conseguente deperimento) e finisce per condizionare tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Tra gli effetti negativi e degenerativi ricordiamo quelli a carico: a)del sistema nervoso, con deficit della memoria e della capacità di apprendimento; b) dell' esofago e dello stomaco, con gastrite ed emorragie gastrointestinali; c) del fegato e del pancreas che provocano cirrosi epatica e pancreatite acuta; d) del sistema cardiocircolatorio, con aumento della pressione sanguigna.
Chi ricorre abitualmente all'alcool, mette in serio pericolo la propria vita. Infatti, secondo le più recenti indagini statistiche l'alcol uccide più della droga in quanto, oltre a provocare innumerevoli patologie, può condurre i soggetti all'omicidio o al suicidio. Non dimentichiamo poi, che chi si dedica all'alcool non mette a repentaglio solo la propria vita ma anche quella degli altri, basti pensare che numerosi incidenti stradali sono provocati da giovani che guidano in stato di ebbrezza. 
Un tempo gli individui che più venivano colpiti dall'alcolismo erano gli adulti di sesso maschile, oggi invece il fenomeno si sta diffondendo in modo più frequente e preoccupante tra i giovani e le donne; la bevanda alcolica più utilizzata da questi ultimi è la birra, bevanda di largo consumo utilizzata principalmente nelle discoteche ma che trova spazio in qualunque momento della giornata.
Ecco un problema che, spesso, si ignora, si finge di non vedere. A quanti di voi è capitato di vedere ragazzi (e ragazze) che durante una festa si ubriacano, amici o figli di amici; in queste circostanze quanti hanno pensato: “è una ragazzata”, “lo fanno per divertirsi”. E quanti di voi, ragazzi, ha organizzato o partecipato ad una serata dicendo: “stasera beviamo e ci divertiamo”.
Ma perchè per divertirsi occorre bere? Come mai I ragazzi non sono più capaci di stare insieme agli altri per il solo piacere di stare insieme? Un modo di giustificare i ragazzi che bevono è quello di pensare che sia il loro modo per affrontare la crescente apprensione per la vita quotidiana che, nella maggior parte dei casi contribuisce a deteriorare i rapporti umani. In questo mondo, in tumultuoso e rapido progresso, i giovani, a volte, non trovano spazio per integrarsi ed ognuno di loro reagisce in modo diverso ai problemi della vita: chi ha un carattere forte, riesce a superare tutto, magari con una buona dose di menefreghismo o indifferenza, mentre chi ha un carattere debole, vulnerabile, affronta la sua insoddisfazione ed il suo timore della vita ricorrendo all'alcool per non pensare a cosa fare da grande.
Ma è veramente così o il voler giustificare tutto a tutti i costi ha portato i ragazzi a non assumersi le responsabilità delle loro azioni? A non pensare che forse la soluzione dei propri problemi sta al di fuori di una bottiglia di alcool o della droga; ragazzi, ragionate con la vostra testa non con quella della pubblicità o di quelli che non sono veri amici. Avete un problema? Affrontatelo con tutte le vostre paure, è sempre meglio che fingere di non vederlo e permettergli di ingigantirsi al punto di volerlo ignorare sempre di più. E noi, adulti, come possiamo aiutare I nostri figli ad affrontare la vita, a superare tutti I problemi che sorgono giorno dopo giorno? Non dimentichiamoci che spesso le azioni dei nostri figli sono reazioni alle nostre azioni o “non azioni”; non pensiamo che farli studiare, pagare il dottore, vestirli ecc... esaurisca il nostro compito di genitori, e il dialogo? E la forza e il coraggio che dobbiamo inculcargli per poter superare tutti gli ostacoli? E la presenza quotidiana? Non nascondiamoci dietro alle giustificazioni del tipo: “ma io lavoro tutto il giorno”; va bene, ma se veramente vogliamo conoscere I nostri figli (che è già di per sè un impresa difficile) il tempo lo dobbiamo trovare noi, senza aspettare che sia troppo tardi per porre rimedio ai nostri errori.
Io penso che il tran-tran quotidiano, l'affanno per affrontare la vita e il mondo sociale, incute timore anche a noi “adulti”, che nascondiamo la testa nella sabbia pur di non vedere i reali problemi e che corriamo da un posto all'altro senza fermarci a riflettere un momento. Ma noi siamo “grandi”, siamo l'esempio per i nostri giovani, allora facciamo in modo che possano pensare a noi come a delle persone con un po' più di esperienza che all'occorrenza possono anche consigliare il meglio (o il male minore). Già, sembra facile, ma come facciamo? Beh, purtroppo non c'è una ricetta, uno il rapporto lo deve costruire giorno dopo giorno (fin dalla nascita), nelle piccole e grandi occasioni; ad esempio, guardare un film assieme e commentarlo, scegliere insieme il posto in cui trascorrere le vacanze, scegliere insieme i regali da fare a Natale, ed una infinità di altre cose.
Questo, ovviamente, non può garantirci che i nostri figli da grandi non cadano nei tunnel di questa società (alcool, tabagismo, droga ecc...), possiamo solo sperare di riuscire ad instaurare quel minimo di rapporto che gli consenta di confidare a noi i loro disagi e che ci consenta di capire i loro periodi di crisi, i loro problemi, ed indurli ad accettare il nostro aiuto. Il nostro compito è provarci instancabilmente.
E voi, ragazzi, non chiudetevi in un ostinato mutismo; non nascondetevi dietro ad una bottiglia di birra, vino o altro, tanto dopo la sbronza i problemi ritornano inesorabili, quindi a che pro danneggiare voi e gli altri? Per quanto possa sembrare che i vostri genitori non vi capiscano, o che pensino solo al lavoro, parlate con loro e se non vi ascoltano subito, riprovate (anche noi ogni tanto dobbiamo essere presi per le orecchie), per ogni problema c'è sempre una soluzione e la si può trovare solo ragionando insieme; certo se avete fatto uno sbaglio avrete anche la vostra bella ramanzina, che dovrete affrontare con la consapevolezza che se avete sbagliato ve la meritate, ma dopo si trova insieme il modo di risolvere il problema e, se anche non si trova subito una soluzione, comunque si trova la forza di affrontarlo e superarlo “insieme”.
Non pensate che queste siano solo “belle parole”, vogliono solo essere un incitamento a trovare la forza di affrontare le avversità della vita (che sono tante), una forza che si può trovare insieme a chi amiamo. Non nascondiamoci, non ignoriamo l'inevitabile, prima lo affrontiamo, prima lo superiamo. Forza e coraggio, nessuno di noi è solo.


Avv. Arturo Varricchio


pubblicato su Benevento Giornale - la Voce del Sannio il 1 settembre 2009