LA PIAGA SOCIALE DELL'ALCOLISMO
L'Alcolismo o Etilismo è una
condizione in cui un individuo ingerisce volontariamente una quantità
eccessiva di alcool etilico, per alterare volontariamente la propria
coscienza. L'Alcool, produce uno stato tossico generale
dell'organismo (provoca inappetenza con conseguente deperimento) e
finisce per condizionare tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Tra gli effetti negativi e degenerativi
ricordiamo quelli a carico: a)del sistema nervoso, con deficit della
memoria e della capacità di apprendimento; b) dell' esofago e dello
stomaco, con gastrite ed emorragie gastrointestinali; c) del fegato e
del pancreas che provocano cirrosi epatica e pancreatite acuta; d)
del sistema cardiocircolatorio, con aumento della pressione
sanguigna.
Chi ricorre abitualmente all'alcool,
mette in serio pericolo la propria vita. Infatti, secondo le più
recenti indagini statistiche l'alcol uccide più della droga in
quanto, oltre a provocare innumerevoli patologie, può condurre i
soggetti all'omicidio o al suicidio. Non dimentichiamo poi, che chi
si dedica all'alcool non mette a repentaglio solo la propria vita ma
anche quella degli altri, basti pensare che numerosi incidenti
stradali sono provocati da giovani che guidano in stato di ebbrezza.
Un tempo gli individui che più
venivano colpiti dall'alcolismo erano gli adulti di sesso maschile,
oggi invece il fenomeno si sta diffondendo in modo più frequente e
preoccupante tra i giovani e le donne; la bevanda alcolica più
utilizzata da questi ultimi è la birra, bevanda di largo consumo
utilizzata principalmente nelle discoteche ma che trova spazio in
qualunque momento della giornata.
Ecco un problema che, spesso, si
ignora, si finge di non vedere. A quanti di voi è capitato di vedere
ragazzi (e ragazze) che durante una festa si ubriacano, amici o figli
di amici; in queste circostanze quanti hanno pensato: “è una
ragazzata”, “lo fanno per divertirsi”. E quanti di
voi, ragazzi, ha organizzato o partecipato ad una serata dicendo:
“stasera beviamo e ci divertiamo”.
Ma perchè per divertirsi occorre bere?
Come mai I ragazzi non sono più capaci di stare insieme agli altri
per il solo piacere di stare insieme? Un modo di giustificare i
ragazzi che bevono è quello di pensare che sia il loro modo per
affrontare la crescente apprensione per la vita quotidiana che, nella
maggior parte dei casi contribuisce a deteriorare i rapporti umani.
In questo mondo, in tumultuoso e rapido progresso, i giovani, a
volte, non trovano spazio per integrarsi ed ognuno di loro reagisce
in modo diverso ai problemi della vita: chi ha un carattere forte,
riesce a superare tutto, magari con una buona dose di menefreghismo o
indifferenza, mentre chi ha un carattere debole, vulnerabile,
affronta la sua insoddisfazione ed il suo timore della vita
ricorrendo all'alcool per non pensare a cosa fare da grande.
Ma è veramente così o il voler
giustificare tutto a tutti i costi ha
portato i ragazzi a non assumersi le
responsabilità delle loro azioni? A non pensare che forse la
soluzione dei propri problemi sta al di fuori di una bottiglia di
alcool o della droga; ragazzi, ragionate con la vostra testa non con
quella della pubblicità o di quelli che non sono veri amici. Avete
un problema? Affrontatelo con tutte le vostre paure, è sempre meglio
che fingere di non vederlo e permettergli di ingigantirsi al punto di
volerlo ignorare sempre di più. E noi, adulti, come possiamo aiutare
I nostri figli ad affrontare la vita, a superare tutti I problemi che
sorgono giorno dopo giorno? Non dimentichiamoci che spesso le azioni
dei nostri figli sono reazioni alle nostre
azioni o “non azioni”; non pensiamo che farli studiare, pagare il
dottore, vestirli ecc... esaurisca il nostro compito di genitori, e
il dialogo? E la forza e il coraggio che dobbiamo inculcargli per
poter superare tutti gli ostacoli? E la presenza quotidiana? Non
nascondiamoci dietro alle giustificazioni del tipo: “ma io
lavoro tutto il giorno”; va bene, ma se veramente vogliamo
conoscere I nostri figli (che è già di per sè un impresa
difficile) il tempo lo dobbiamo trovare noi, senza
aspettare che sia troppo tardi per porre rimedio ai nostri errori.
Io penso
che il tran-tran quotidiano, l'affanno per affrontare la vita e il
mondo sociale, incute timore anche a noi “adulti”, che
nascondiamo la testa nella sabbia pur di non vedere i reali problemi
e che corriamo da un posto all'altro senza fermarci a riflettere un
momento. Ma noi siamo “grandi”, siamo l'esempio per i nostri
giovani, allora facciamo in modo che possano pensare a noi come a
delle persone con un po' più di esperienza che all'occorrenza
possono anche consigliare il meglio (o il male minore). Già, sembra
facile, ma come facciamo? Beh, purtroppo non c'è una ricetta, uno il
rapporto lo deve costruire giorno dopo giorno (fin dalla nascita),
nelle piccole e grandi occasioni; ad esempio, guardare un film
assieme e commentarlo, scegliere insieme il posto in cui trascorrere
le vacanze, scegliere insieme i regali da fare a Natale, ed una
infinità di altre cose.
Questo,
ovviamente, non può garantirci che i nostri figli da grandi non
cadano nei tunnel di questa società (alcool, tabagismo, droga
ecc...), possiamo solo sperare di riuscire ad instaurare quel minimo
di rapporto che gli consenta di confidare a noi i loro disagi e che
ci consenta di capire i loro periodi di crisi, i loro problemi, ed
indurli ad accettare il nostro aiuto. Il nostro compito è provarci
instancabilmente.
E voi,
ragazzi, non chiudetevi in un ostinato mutismo; non nascondetevi
dietro ad una bottiglia di birra, vino o altro, tanto dopo la sbronza
i problemi ritornano inesorabili, quindi a che pro danneggiare voi e
gli altri? Per quanto possa sembrare che i vostri genitori non vi
capiscano, o che pensino solo al lavoro, parlate con loro e se non vi
ascoltano subito, riprovate (anche noi ogni tanto dobbiamo essere
presi per le orecchie), per ogni problema c'è sempre una soluzione e
la si può trovare solo ragionando insieme; certo se avete fatto uno
sbaglio avrete anche la vostra bella ramanzina, che dovrete
affrontare con la consapevolezza che se avete sbagliato ve la
meritate, ma dopo si trova insieme il modo di risolvere il problema
e, se anche non si trova subito una soluzione, comunque si trova la
forza di affrontarlo e superarlo “insieme”.
Non pensate
che queste siano solo “belle parole”, vogliono solo essere un
incitamento a trovare la forza di affrontare le avversità della vita
(che sono tante), una forza che si può trovare insieme a chi amiamo.
Non nascondiamoci, non ignoriamo l'inevitabile, prima lo affrontiamo,
prima lo superiamo. Forza e coraggio, nessuno di noi è solo.
Avv. Arturo Varricchio
pubblicato su Benevento Giornale - la Voce del Sannio il 1 settembre 2009