venerdì 24 aprile 2009

IL MATRIMONIO E’ ANCORA UN SACRAMENTO INDISSOLUBILE?

http://nuovacamelot.myblog.it/2009/04/24/il-matrimonio-e-ancora-un-sacramento-indissolubile/




Come ben sappiamo, il nostro codice civile prevede la possibilità per due coniugi, che non vogliono più stare insieme, di ottenere prima la separazione e di seguito il “divorzio”, vale a dire lo scioglimento del vincolo matrimoniale sotto il profilo civilistico; ma, oggi come oggi, sembra che siano in aumento le richieste di “NULLITA’ DEL MATRIMONIO CONCORDATARIO”.
Attenzione, mentre la sentenza di divorzio dichiara la cessazione degli effetti civili del matrimonio, dal momento della pronuncia, facendo quindi salvi i diritti e doveri acquisiti durante la vita matrimoniale, la sentenza di NULLITA’ del matrimonio, che viene emessa dal Tribunale ecclesiastico, sancisce in modo definitivo che il MATRIMONIO NON E’ MAI AVVENUTO.
Anche dopo venti o trent’anni di matrimonio, in cui due persone costruiscono una vita insieme fatta di cose patrimoniali, non patrimoniali, condivisione di gioie, dolori e una miriade di sfaccettature che possono ornare venti anni di vita in comune, dalla quale unione nascono magari dei figli… bene se uno dei due decide che vuole ottenere la nullità del matrimonio e ritenere così che questi anni non sono passati… può farlo.
Sia chiaro che non è tanto facile (come bere un bicchiere d’acqua), perchè, comunque, il tribunale ecclesiastico svolge indagini approfondite in proposito, però è possibile.
Tralasciando l’aspetto procedurale, oggi affrontiamo più che altro l’aspetto culturale e morale della questione; ebbene sembra alquanto contraddittorio che proprio la Chiesa che ha sempre combattuto (e ancora oggi condanna ) la separazione dei coniugi ed il divorzio, abbia poi aperto le porte a varie possibilità di ottenere lo SCIOGLIMENTO, anzi la NULLITA’ DEL SACRAMENTO MATRIMONIALE.
Fino ad un pò di tempo fa, il diritto canonico consentiva si l’annullamento del matrimonio ma soli in pochi ed eccezionali casi (es. Dopo il matrimonio uno dei due scopre che l’altro non vuole avere figli), mentre oggi sembra che le possibilità e le motivazioni siano molteplici, anche se poi devono comunque essere dimostrate pienamente.
Il problema non si pone quando il matrimonio dura da poco tempo e magari effettivamente ci sono valide motivazioni per dichiararne la Nullità, è anche giusto che entrambi (gli ex coniugi) possano ricostruirsi una vita e, se lo desiderano, ottenere un sacramento valido, ma è alquanto difficile accettare di poter cancellare, con un colpo di spugna, 20 o 30 anni di vita insieme, soprattutto se parliamo di vita passata in unione sacramentale, come si fa poi a dire “no guarda, questo sacramento non c’è mai stato”; e i figli nati da questo matrimonio? Da figli legittimi diventano figli naturali, vero che sostanzialmente non cambia nulla riguardo al loro status, intanto però occorre affrontare un’altra causa per ottenere e concedere loro ciò cui hanno diritto, e il loro animo cosa deve sopportare? Nel loro pensiero come si evolve questa situazione? Noi come riusciamo a spiegargli tutto questo in parole povere e comprensibili? Per loro è già difficile quando c’è una separazione civile figuriamoci con il completo annullamento del matrimonio, fondamento sacro di una famiglia.
Inoltre, che ne è dei valori della vita? Oggigiorno, sono così pochi I valori tangibili che tentiamo di trasmettere ai nostri figli e che, oltretutto, vengono continuamente minati dalla quotidianità sociale, ed uno di questi è proprio l’indissolubilità e la sacramentalità del matrimonio. Chi crede in questo sacramento, prima di fare il grande passo ci pensa più e più volte e, comunque, si impegna per mantenere l’armonia familiare; trattandosi comunque di una scelta che ti impegna per la vita, per quanto uno cerchi di farla con consapevolezza, può succedere di rendersi conto di aver fatto un grave errore e di volervi porre rimedio. In tali casi la legge è intervenuta a dare (giustamente) la possibilità di correggere uno sbaglio che può danneggiare i figli (anche se a volte si abusa di tale strumento); la Chiesa, dal canto suo, ha sempre previsto la possibilità, in pochi ed eccezionali casi, di sancire la Nullità del matrimonio, ma adesso sembra che tale ipotesi sia ampliata al punto che, in contrasto con i suoi stessi dogmi, la Chiesa stessa dà la possibilità di dire: “oh, scusa, ma io non volevo veramente sposarmi”, e se si dimostra che al momento dell’unione, non c’era la reale volontà, il matrimonio non è mai esistito.
Quindi, a quanto pare ciò che conta è la “riserva mentale”? Ma se è così, quanti di noi possono dire di aver contratto il matrimonio senza alcuna riserva? Penso che se analizzassimo il pensiero di ogni persona che stà per sposarsi, una riserva si troverebbe sempre, anche solo il pensare: “speriamo che sia la donna (o l’uomo) giusto”; “speriamo che sia la persona che conosco realmente” ecc….Non sono anche queste riserve mentali?
Sembra veramente di essere passati da un eccesso all’altro, ed è oltremodo contraddittorio se si considera che chi è separato rischia di non avere l’assoluzione al termine della confessione e, addirittura può succedere che non consentano l’ingresso in Chiesa o la Comunione.
Attenzione che questa non vuole essere una rimostranza per la Chiesa, perchè, ripeto, ci sono veramente dei casi in cui è necessario e giusto ottenere l’annullamento AB ORIGINE di una unione sbagliata, così come è giusto che chi non riesce più a condurre una vita serena o peggio logora la vita dei figli, possa ottenere il divorzio, ciò che conta è che non si dia la sensazione di poter abusare degli strumenti offerti, pensando di poter prendere ogni decisione senza assumersene le responsabilità; ma, soprattutto non si deve posporre sempre il bene e la serenità dei figli per quello che, poi, potrebbe rivelarsi solo un momentaneo sbandamento.
Ma, se consideriamo il fatto che a volte ciò che leggiamo è solo frutto di una esagerazione, di un passaparola esasperato, allora dobbiamo anche considerare la possibilità che tutte le informazioni, da dovunque arrivino, devono comunque essere prese con le c.d. ”pinze”, e devono essere approfondite nelle sedi più opportune. Personalmente, intendo approfondire maggiormente la problematica con la persona che ritengo più idonea a fornire delucidazioni in proposito, ma penso di poter sostenere (da profana) che il fatto che molti giornali sottolineino che sono in aumento le richieste di NULLITA’ del matrimonio, non ha lo scopo di evidenziare che tale sacramento non è più un valore, ma solo quello di far conoscere che, in determinate circostanze esiste anche tale possibilità. Starà poi a noi, in base alle reali necessità e condizioni, decidere secondo coscienza.
In conclusione, credo che ognuno di noi debba pensare con la propria testa e con la propria anima, senza farsi condizionare da affermazioni a volte esagerate o dalla tendenza del momento; sicuramente c’è chi abusa o abuserà di tale strumento, ma chi può passarsi una mano sulla coscienza e dire tranquillamente: “il nostro matrimonio non è mai esistito”, sapendo che non è vero?

                                                                                                                                     Avv. Alina Nano





UN PENSIERO SU “IL MATRIMONIO E’ ANCORA UN SACRAMENTO INDISSOLUBILE?”
benjamin il 28 aprile 2009 alle 12:15 scrive:

i miei complimenti….un intervento davvero interessante ed illuminante su una problematica di rilevante impatto sociale che non accenna a diminuire nella sua portata negli anni ma che, anzi, è in costante aumento e che peraltro investe tutto il globo terrestre, non soltanto l’Italia o l’Europa…..al riguardo vorrei offrire qualche spunto di riflessione ulteriore mettendo in evidenza alcuni dati statistici sul fenomeno , apparsi in un articolo sul Corriere della Sera : ” nel 2005 i matrimoni religiosi sciolti dai Tribunali ecclesiastici statunitensi in primo grado sono stati ben 24.343, le sentenze contrarie appena 998; sempre nel 2005, le domande presentate negli Usa sono state 28.844 e in tutto il mondo 48.655, cioè quasi 50.000; in quanto alla sola Rota Romana, autentica Cassazione mondiale dei tribunali ecclesiastici, al 1 gennaio 2008 le cause aperte provenienti dall’Italia erano 421, contro le 215 del 1999 o le 331 del 2003″. ” Per queste ragioni il Papa, nel suo discorso al Tribunale del 26 gennaio per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha attaccato «le giurisprudenze locali, sempre più distanti dall’interpretazione comune delle leggi positive e persino dalla dottrina della Chiesa sul matrimonio ». E ha condannato la «compilazione di regole astratte e ripetitive, esposte al rischio di interpretazioni soggettive e arbitrarie» ricordando che la Rota «influisce molto sull’operato delle chiese locali». Non per niente la Rota Romana ha già cominciato a invertire la tendenza. Nonostante la quantità di cause pendenti, nel 2007 le sentenze definitive di nullità sono state 160, di cui 79 per la nullità e 81 contrarie. Nel 2006 erano stato 172, di cui 96 per la nullità e 76 contrarie”.
” Gli Usa sono una spina nel cuore di Roma: troppo spesso viene invocato il canone 1095 del codice di diritto canonico che prevede i casi di «incapacità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio», una sorta di «incapacità psichica» e di «immaturità affettiva». Concetti molto vasti, come si vede. Per di più negli Stati Uniti il secondo appello viene quasi sempre sostituito da un rapido decreto di ratifica. Un anno o poco più, e il gioco è fatto ” .